tag foto 1 tag foto 2 tag foto 3 tag foto 4 tag foto 5

19 luglio 2012

• A Massafra l'IMU più alta della provincia

Comuni alle prese con i bilanci e con l’Imu. A dicembre va versata la quota a saldo della nuova tassa immobiliare e tocca alle amministrazioni decidere l’aliquota da applicare. Nella provincia ionica buona parte dei Comuni ha già stabilito la nuova pressione fiscale. Molte amministrazioni hanno lasciato invariata l’aliquota, magari agendo sull’Irpef, ma ci sono Comuni in cui è già polemica per la variazione in salita rispetto alle percentuali di giugno stabilite dal Governo Monti pari al 4 per mille per l’abitazione principale e al 7,6 per mille per gli altri fabbricati. Ecco nel dettaglio le tariffe per ogni Comune. Il Comune dove, in assoluto, le tariffe sono state aumentate è Massafra.

Nel consiglio comunale del 29 giugno scorso il bilancio di previsione approvato prevede l’Imu al 5,5 per mille per la prima casa e al 10,5 per mille per gli altri fabbricati. Con le detrazioni per le abitazioni principali come previste per legge. Ma anche a San Giorgio, dove il bilancio deve ancora passare al vaglio del consiglio comunale, le tariffe sono in salita. L’orientamento della giunta è sul 5 per mille per la prima casa e dall’8,5 al 9 per mille per le altre. L’aliquota aumenta, invece, solo sulla prima casa a Monteiasi dove l’amministrazione Prete ha già approvato il bilancio con il 5 per mille dell’Imu. “Da un’indagine abbiamo verificato che oltre il 40% delle abitazioni non pagava l’Ici” ci fa sapere il primo cittadino che puntualizza “resta comunque invarita l’Irpef”. Anche la vicina Monteparano sembra orientata verso un aumento, ma sulla seconda casa. “La diatriba in atto è aumentare l’Imu o l’addizionale comunale” tiene a sottolineare il sindaco Cosimo Birardi che lascia, invece, al 4 per mille l’aliquota dell’abitazione principale. Stesso discorso per Crispiano che non tocca l’aliquota per l’abitazione principale, ma pensa all’aumento sugli altri fabbricati. Anche Laterza, che ha lasciato la decisione al consiglio comunale di ieri sera, agisce solo sulla seconda casa con un’aliquota del 10,6 per mille. Non passa la proposta dell’opposizione di sgravare chi ha le case in comodato d’uso. Ed è polemica. Confermano, invece, il minimo stabilito per giugno i Comuni di Leporano dove c’è già la delibera di giunta, ma dove il sindaco Domenico Pavone non sembra ottimista sulle previsioni. “Le entrate previste dal Governo - commenta - ritengo siano nettamente superiori a quelle effettive e questo significherà introiti minori rispetto alle previsioni”. Anche Grottaglie sceglie di non aumentare la pressione fiscale. “Il bilancio è pronto - fa sapere il sindaco Ciro Alabrese - e non aumenteremo nemmeno l’Irpef”. A Lizzano qualcuno aveva persino proposto di abbattere la quota comunale dell’Imu, ovvero quello che effettivamente resta nelle casse del Comune. Ma significava rinunciare a circa un milione di euro. “Avremmo dovuto eliminare tutti i servizi” commenta il sindaco Dario Macripò che, invece, lascia allo 4 per mille l’aliquota sulla prima casa ed al 7,6 per mille quella sulla seconda casa. Stesse percentuali per Ginosa, Faggiano, Fragagnano, Mottola, Pulsano, Sava, Palagianello, Martina Franca e Statte. Qui il sindaco Angelo Miccoli ha agito solo sull’Irperf passata dallo 0,4 allo 0,7 “ma - precisa - esentando le fasce di reddito al di sotto dei 15mila euro”. Anche Fragagnano sembra orientata a non aumentare le aliquote, ma il sindaco Andrisani aspetta la conferma del bilancio. A Montemesola per ora tutto fermo alle aliquote di giugno, ma il sindaco Vito Punzi si riserva di capire come muoversi a settembre. Entro il 30 di quel mese, infatti, i Comuni possono decidere un’ulteriore variazione. “Dobbiamo capire quali saranno le entrate dello Stato e come reagisce la gente all’Imu” riferisce, invece, il sindaco di Maruggio, Alberto Chimienti anche lui in odore di lasciare invariate le aliquote di Monti. Non dovrebbero, invece, variare nemmeno a settembre a Carosino dove la giunta municipale ha già approvato il bilancio in cui, in prospettiva, si valutano le entrate fino a dicembre. L’orientamento, quindi, è di non variare nulla nemmeno a settembre.

Tarantosera

M.D.B.